Regolamenti per la partecipazione, oltre metà dei Comuni siciliani non è in regola

Regolamenti per la partecipazione, oltre metà dei Comuni siciliani non è in regola

Più della metà dei Comuni siciliani non ha un Regolamento che rispetti la legge regionale sulla democrazia partecipata. Si tratta di almeno 206 Comuni, non in regola per due diverse tipologie di violazioni: o perché non hanno mai approvato il documento o perché non lo hanno mai aggiornato alle modifiche introdotte nel 2018.
Il paradosso è che nessuno lo sa, perché fino ad oggi è mancata una fonte ufficiale di informazioni che restituisca un quadro complessivo e aggiornato dell’applicazione della legge sulla democrazia partecipata in Sicilia. Così la Regione non sa chi è inadempiente e i Comuni spesso non sanno nemmeno di esserlo, per non parlare dei cittadini.
Per sopperire alla mancanza di informazioni ufficiali e facilmente reperibili, grazie al lavoro dei ricercatori di Spendiamoli Insieme, nella tabella che segue è possibile cercare il proprio Comune, verificare se ha approvato il “Regolamento per la democrazia partecipata”, in che anno e accedere alla lettura del documento.

 

I Comuni che non hanno mai approvato il Regolamento

63 Comuni su 391 al 31 marzo 2023 non hanno il Regolamento sulla democrazia partecipata, primo passo, obbligatorio, per avviare e spendere il 2% dei fondi annualmente ricevuti dalla Regione Siciliana.

Si tratta di: Aragona, Calamonaci, Campobello di Licata, Favara, Lucca Sicula, Santa Margherita di Belice, Villafranca Sicula nell’Agrigentino; Acquaviva Platani e Montedoro nel Nisseno; Aci Catena, Castel di Iudica, Catania, Linguaglossa, Maniace, Mascalucia, Mazzarrone, Nicolosi, Paternò, San Pietro Clarenza, Scordia nel Catanese; Nissoria, Piazza Armerina, Pietraperzia, Sperlinga nell’Ennese; Acquedolci, Alì Terme, Antillo, Castell'Umberto, Furnari, Graniti, Gualtieri Sicaminò, Itala, Letojanni, Mazzarrà Sant'Andrea, Mongiuffi Melia, Montagnareale, Motta d'Affermo, Novara di Sicilia, Pace del Mela, Pettineo, Roccafiorita, Santa Lucia del Mela, Tortorici nel Messinese; Aliminusa, Balestrate, Blufi, Borgetto, Caccamo, Campofelice di Fitalia, Casteldaccia, Castronovo di Sicilia, Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Piana degli Albanesi, Roccamena, Roccapalumba, Sclafani Bagni, Trabia, Trappeto nel Palermitano; Vittoria nel Ragusano; Augusta nel Siracusano; Castelvetrano e Misiliscemi nel Trapanese.

Come si vede a colpo d’occhio consultando le schede realizzate per ciascun territorio da Spendiamoli Insieme, spesso in questi territori la democrazia partecipata è rimasta lettera morta. Non mancano, però, centri che in passato o tuttora continuano ad attivare i processi di partecipazione civica, anche in mancanza del documento obbligatorio che dovrebbe regolamentarli. Il caso più eclatante, quantomeno per numero di cittadini coinvolti, è Catania.

I Comuni che non hanno adeguato il Regolamento con le modifiche alla legge introdotte nel 2018

142 Comuni hanno Regolamenti approvati prima del 2019 e, dunque, non in linea con l’attuale quadro normativo, aggiornato a fine 2018.

Si tratta di 18 Comuni nell’Agrigentino: Agrigento, Camastra, Cammarata, Casteltermini, Cattolica Eraclea, Comitini, Joppolo Giancaxio, Licata, Menfi, Montallegro, Palma di Montechiaro, Raffadali, Ravanusa, Realmonte, Ribera, San Giovanni Gemini, Santa Elisabetta, Sant'Angelo Muxaro.

8 nel Nisseno: Campofranco, Delia, Gela, Milena, Riesi, Santa Caterina Villarmosa, Vallelunga Pratameno, Villalba.

19 nel Catanese: Aci Castello, Biancavilla, Castiglione di Sicilia, Fiumefreddo di Sicilia, Licodia Eubea, Mascali, Mineo, Misterbianco, Piedimonte Etneo, Raddusa, Ragalna, Riposto, San Cono, San Michele di Ganzaria, Santa Maria di Licodia, Santa Venerina, Tremestieri Etneo, Vizzini, Zafferana Etnea.

5 nell’Ennese: Calascibetta, Centuripe, Cerami, Enna, Villarosa.

35 nel Messinese: Alì, Capizzi, Capo d'Orlando, Capri Leone, Castel di Lucio, Castroreale, Fiumedinisi, Fondachelli Fantina, Frazzanò, Furci Siculo, Gallodoro, Giardini-Naxos, Gioiosa Marea, Librizzi, Lipari, Longi, Mirto, Mistretta, Monforte San Giorgio, Nizza di Sicilia, Reitano, Rodì Milici, San Marco d'Alunzio, San Salvatore di Fitalia, San Teodoro, Santa Teresa di Riva, Sant'Agata di Militello, Saponara, Savoca, Scaletta Zanclea, Spadafora, Torregrotta, Tripi, Tusa, Valdina. 

35 nel Palermitano: Alimena, Belmonte Mezzagno, Bisacquino, Campofelice di Roccella, Camporeale, Castelbuono, Cefalà Diana, Cefalù, Cerda, Cinisi, Collesano, Corleone, Ficarazzi, Gangi, Geraci Siculo, Giardinello, Isnello, Lascari, Marineo, Mezzojuso, Misilmeri, Montelepre, Montemaggiore Belsito, Palazzo Adriano, Polizzi Generosa, Pollina, San Cipirello, San Giuseppe Jato, San Mauro Castelverde, Santa Cristina Gela, Santa Flavia, Sciara, Scillato, Termini Imerese, Ventimiglia di Sicilia.

2 nel Ragusano: Pozzallo, Scicli.

11 nel Siracusano: Avola, Buccheri, Buscemi, Canicattini Bagni, Cassaro, Ferla, Floridia, Francofonte, Melilli, Portopalo di Capo Passero, Sortino.

9 nel Trapanese: Alcamo, Castellammare del Golfo, Gibellina, Paceco, Partanna, Petrosino, Salemi, Santa Ninfa, Vita

I Comuni che hanno il Regolamento ma non lo pubblicano

Li abbiamo cercati tanto, abbiamo trovato anno e numero di delibera con cui sono stati approvati, ma nei siti web dei Comune non siamo riusciti a rintracciare i 5 Regolamenti dei Comuni di Santa Ninfa, Buseto Palizzolo, Comiso, Pagliara, Riesi. E già solo questo dato è indice di una violazione dell’obbligo di pubblicità del processo di partecipazione specificato dalla legislazione regionale.

Come capire se il Regolamento rispetta la normativa?

Anche i Regolamenti approvati dal 2019 in poi, e quindi teoricamente aggiornati con le novità normative del 2018, potrebbero non essere comunque adeguati ai principi di legge. Ma come capirlo? A nostro avviso, i principi inderogabili che un Regolamento in linea con la normativa regionale deve avere sono:
1) il diritto dei cittadini di fare proposte;
2) il successivo diritto dei cittadini di esprimere una preferenza;
3) la composizione esclusivamente tecnica e mai politica della commissione che valuta l’ammissibilità dei progetti;
4) il diritto alla partecipazione per i minorenni;
5) la previsione di una sezione dedicata alla democrazia partecipata nelle home page dei siti dei Comuni.

Cosa possono fare Comuni e cittadini?

Oltre ad informare sul tema, Spendiamoli Insieme supporta Comuni e comunità locali nel percorso di scrittura, approvazione e aggiornamento del Regolamento. Sta accadendo a Messina, Agrigento, Siracusa, Partinico e in altri Comuni. In questi territori il lavoro parte da un “modello” di regolamento sulla democrazia partecipata, che Spendiamoli Insieme ha realizzato in collaborazione con il Patto per la Partecipazione Popolare Area Vasta e l’associazione Acquanuvena di Avola. Il modello è scaricabile, consultabile e si può adottare gratuitamente, in autonomia o chiedendo supporto a Spendiamoli Insieme.

Alessia Cotroneo

Agrigento, foto di Tiziana Mercurio, via Wikimedia Commons

Le informazioni contenute in questo pezzo sono costruite sui dati disponibili su “Spendiamoli Insieme” al 31 marzo 2023.