I Comuni con 500 e più voti per la democrazia partecipata? 7 (finora) nel 2023, 26 nel 2022

I Comuni con 500 e più voti per la democrazia partecipata? 7 (finora) nel 2023, 26 nel 2022

Il 2023 della democrazia partecipata siciliana non è ancora terminato. Ma, fin da ora, è possibile individuare non solo i ritardi (di cui si è dato conto in questo articolo) ma anche alcune buone pratiche e buone esperienze in corso. Nel bene e nel male, infatti, gran parte dei giochi è fatta (da normativa tutto il processo deve concludersi con tanto di impegno di spesa o spesa effettuata entro il 31 gennaio del prossimo anno).

Per esempio, a che punto siamo con le votazioni per scegliere i progetti da finanziare con i fondi di democrazia partecipata di quest’anno? Le votazioni sono un passaggio importante. Si va alle urne, per dir così, non per un’elezione ma per vedere realizzate idee di persone che vivono nei paraggi della nostra abitazione, i cui figli vanno a scuola con i nostri, che sono nostri colleghi o amici o conoscenti, che come noi vedono i problemi e intuiscono le potenzialità della nostra comunità. Sono votazioni da cittadino a cittadino, per semplificare.

È per questo che quei numeretti che il sito del progetto di monitoraggio civico “Spendiamoli Insieme” mette in basso a sinistra in ogni scheda-comune, rispondendo alla domanda “quanti cittadini hanno votato?”, sono un segnale importante – anche se non l’unico – del grado di partecipazione. Per questo quando i Comuni (e sono tanti) non danno l’informazione sul numero dei votanti non fanno un buon servizio alla propria comunità.

Comunque sia, prendendo tutto con le pinze, come sempre, ma cercando di dare a Cesare quel che è di Cesare, ecco un elenco di Comuni nei quali quest’anno i votanti hanno superato la soglia di 500. Ovviamente 500 voti in una città di mezzo milione di abitanti non equivalgono a 500 voti in un paese di cinquemila abitanti. Ma tant’è. Resta vero che nel 2022 erano circa quattro volte rispetto a quelli registrati quest’anno finora.

Infatti, tra i Comuni per i quali c’è l’informazione sul numero dei votanti, a superare i 500 voti sono stati 26 nel 2022 e quest’anno – ricordando che il dato non è definitivo perché l’anno non si è ancora concluso – sono appena 7. Che si dividono tra conferme e new entry.

Le conferme

Tre “campioni” del 2022 mantengono la corona. Uno è Rometta nel Messinese. Nel sito web del Comune non c’è una sezione dedicata alla democrazia partecipata e nella pagina Facebook non ci sono post riguardanti il processo di quest’anno, al contrario di quanto avveniva negli anni precedenti. Nonostante ciò, il numero dei votanti è significativo ed è in crescita. Su 6573 abitanti nel 2022 hanno votato in 506, diventati 625 nel 2023. Una nota dolente però c’è, ed è tutt’altro che di poco conto. Negli ultimi tre anni a vincere i finanziamenti è un identico progetto, quello delle luminarie di Natale, presentato sempre dalla stessa associazione, “Vivi Rometta” (anche se nel 2021 venne premiato anche un secondo progetto).

Un’altra conferma, sempre nel Messinese, è Villafranca Tirrena. Anche qui i voti crescono. Nel 2022 a votare sono andati 466 cittadini e nel 2023 sono stati 555. La popolazione in totale è di 8035 persone. Sulla pagina Facebook del Comune si trovano post su tutti gli atti comunali, dall’avviso ai risultati delle votazioni e dal 2019, primo anno in cui il Comune attiva i processi, sul sito web vengono riportate tutte le informazioni, anche se non c’è una sezione dedicata (le informazioni passano tra le news e tra le deliberazioni e altri atti). Nota positiva da segnalare: il Comune promuove la partecipazione stabilendo dei limiti di budget per i progetti (1200 euro nel 2022, 1000 nel 2023) e così non solo concorrono in tanti, ma vincono anche in tanti (9 progetti l’anno scorso, 8 quest’anno).

Terza conferma quella di Alcamo nel Trapanese. Una conferma “a metà” a dirla tutta. Nella grossa cittadina (44569 abitanti circa) infatti i voti diminuiscono, pur rimanendo al di sopra dei 500. Erano 1594 nel 2022 e diventano 683 nel 2023. Prima annotazione: il sito web del Comune non ha una sezione dedicata alla democrazia partecipata; le informazioni “passano” tra le news con il titolo “Bilancio partecipato”. Seconda annotazione: stessa denominazione, “Bilancio partecipato”, si ritrova anche nella pagina Facebook istituzionale, dove però ci sono post dedicati per tutti gli anni fino al 2022 e non si trovano notizie per il 2023. Un “vuoto” informativo che potrebbe contribuire a spiegare il quasi dimezzamento del numero dei votanti.

Le new entry

Una new entry tra i “campioni” del 2023 è il Comune di Grotte nell’Agrigentino. Qui quest’anno hanno votato 605 cittadini su 5209 abitanti. L’anno scorso la performance era stata decisamente al ribasso: 59 votanti in tutto.
Differenze tra i due anni? Non molte. Stessa l’amministrazione in carica, stesso il metodo di votazione (online) e stesso l’impegno a informare e coinvolgere i cittadini. Il sito web istituzionale ha il tema democrazia partecipata in home page, con un clic si accede direttamente al processo 2023 ma comunque nella sezione “amministrazione trasparente” c’è un capitolo dedicato che riunisce tutti gli atti a partire dal 2019. Sulla pagina Facebook del Comune sono stati pubblicati numerosi post dedicati alla democrazia partecipata compreso il link che portava al modulo editabile per esprimere il proprio voto. L’ultimo post è di pochi giorni fa, e riguarda i lavori di riqualificazione di una rotonda stradale sulla quale “sarà posizionata una installazione che riproduce la Torre del Palo finanziata con i fondi della Democrazia partecipata”.
Può darsi però che a fare la differenza sia stato l’incremento, anzi il vero e proprio raddoppio, dei fondi a disposizione. Erano 6000 euro nel 2022, sono 12.000 quest’anno. Detto questo, la partecipazione a Grotte si tocca con mano anche sotto un altro aspetto. Nel 2022 a concorrere erano solo 2 progetti (ed entrambi sono stati finanziati) mentre quest’anno in “gara” ce n’erano 12 (e 2 hanno “vinto”).

Altro nuovo “campione” è Militello in Val di Catania. Qui i voti quadruplicano, passando dai 173 dell’anno scorso ai 569 di quest’anno. Ma il dato è da leggere con attenzione, perché nella cittadina di 6765 persone le votazioni hanno numeri fluttuanti, con un picco nel 2021 con 1037 voti e buone performance anche negli anni precedenti. Intanto è chiaro che il Comune si impegna e molto per informare i propri cittadini. Il sito web ha una sezione dedicata al Bilancio partecipativo in home page che riunisce tutti gli atti dal 2018 all’anno in corso. Sulla pagina Facebook numerose sono le informazioni dedicate e per quest’anno si ritrova con facilità il post che promuove la presentazione di progetti come quello che dà notizia delle votazioni.

Anche Camporeale nel Palermitano è una new entry. L’anno scorso però non sono state date le informazioni sul numero di votanti (mentre nel 2021 sì ed erano 440). Quest’anno il dato torna a essere pubblicato e si contano 538 votanti su una popolazione di 2990 persone. Una bella percentuale del 17 e rotti. Una differenza in positivo tra il 2022 e il 2023 potrebbe averla fatta l’incontro pubblico che quest’anno ha aperto i giochi e si è svolto nell’aula consiliare con l’intento di illustrare alla cittadinanza il senso della democrazia partecipata. L’anno scorso c’era stato solo l’avviso senza incontri o assemblee. Il Comune ha fatto anche un’altra cosa interessante quest’anno. Visto che l’insieme dei progetti presentati non bastava a impegnare i 28 mila euro a disposizione ha pubblicato un nuovo avviso riaprendo i termini e consentendo ulteriori proposte. Tutto ciò ha comportato un bel movimento: 11 progetti presentati, 8 quelli che hanno preso più voti e che sono stati ammessi a finanziamento. Sotto il profilo dell’informazione, in questi giorni il sito web è in fase di aggiornamento. Atualmente online non c’è una sezione dedicata alla democrazia partecipata e non c’è la funzione “cerca” con cui sarebbe possibile verificare quali informazioni siano state pubblicate nel tempo. In compenso, la pagina Facebook istituzionale è piena di post che riguardano tutti gli aspetti del processo, soprattutto di quest’anno, tra avvisi, proroghe e votazioni.

Last but not least, Monterosso Almo nel Ragusano. Pure qui non ci sono dati per l’anno scorso, né in verità per gli anni precedenti. Quest’anno invece, per fortuna, è noto il numero di votanti che è di 594 su 2783 abitanti. Un quinto della popolazione ha insomma detto la sua. Quattro progetti sui 10 presentati prendono il maggior numero di voti e vengono ammessi a finanziamento. Inoltre, prima delle votazioni, il Comune ha indetto un’assemblea per presentare i progetti ammessi. Nel sito web del Comune la sezione “Bilancio partecipativo”, con tanto di spiegazioni brevi e comprensibili su tutta la materia, è pubblicata nel sottomenù “Il Comune”, quello, per capirci, che presenta sindaco, giunta, consiglio, uffici eccetera eccetera. Unica pecca: la documentazione presente, completa e chiara, riguarda però solo l’anno in corso. Nella pagina Facebook invece assieme alle informazioni sul 2023 si ritrovano post che riguardano anche gli anni precedenti.

Gli ex “campioni”

Ci sono poi Comuni che l’anno scorso avevano fatto bene e quest’anno no.
Galati Mamertino (Messina) nel 2022 aveva registrato i voti di ben 676 cittadini su una popolazione di 2261 abitanti, vale a dire il 28% dell’intera popolazione, e quest’anno invece vede andare al voto appena 71 persone. Come mai? Non è chiaro. La questione “quanti votanti?” è in effetti una questione complessa. Per arrivare ad una buona partecipazione, traguardo che in sostanza finora pochissimi territori siciliani hanno raggiunto, la “fatica” sta tutta prima. Ed è una “fatica” fatta anzitutto di informazione e coinvolgimento e poi di trasparenza ed efficacia. E, neanche a dirlo, di rispetto delle regole.
Ora, il sito web del Comune non ha una sezione dedicata alla democrazia partecipata, anzi, cercando per parole chiave, l’unico testo che si rintraccia è quello del regolamento (2020). Nella pagina Facebook ufficiale qualche notizia compare, compresi l’avviso che dà il via al processo di quest’anno e le news sull’attività-pilota “Interrogazione in democrazia partecipata” di “Spendiamoli Insieme” al quale ha preso parte direttamente il sindaco. Anche negli anni scorsi i post ci sono stati, regolamento, avvisi, indizione di votazioni. Cosa è capitato dunque quest’anno? Non si capisce, anche perché sindaco e giunta sono gli stessi. A dirla tutta, l’anno scorso, quando a votare andarono in tanti, i tempi erano stati più stretti (per le votazioni appena 3 giorni contro i 10 di quest’anno) e questo avrebbe dovuto scoraggiare la partecipazione anziché promuoverla.

Come a Galati Mamertino anche a Lampedusa e Linosa non è chiaro cosa sia successo da un anno a questa parte. Nel 2022, infatti, nel piccolo comune dell’Agrigentino con 6505 residenti hanno votato 1287 persone. Praticamente un quinto di tutta la popolazione. Peccato che quest’anno i votanti siano stati 346, poco più di un quarto di quelli dell’anno prima. Verificando si scopre che il Comune di Lampedusa e Linosa ha nel proprio sito web istituzionale una sezione intitolata “Democrazia partecipata”, che come si è visto può agevolare e molto la trasmissione di informazioni ai cittadini. E però la sezione – almeno in questi giorni in cui si è fatto il controllo – non funziona.
Su Facebook, la città in quanto tale non c’è. C’è però la pagina di Filippo Mannino – Sindaco di Lampedusa e Linosa, senza particolari riferimenti alla democrazia partecipata 2023.
Non è tutto. I cittadini dispongono di una quindicina di giorni appena (avviso pubblicato il 20 giugno, scadenza fissata il 5 luglio) per ideare, redigere e presentare le proprie proposte su cui poi far votare la cittadinanza che così sceglierà l’opera da finanziare. Troppo poco tempo per dar luogo a riflessioni ed engagement. Anche la fase successiva è molto ridotta. Sono solo 6 i giorni in cui si può votare e scegliere. Il 20 luglio viene pubblicata la scheda per la votazione, con la presentazione dei progetti ammessi, e la scadenza è fissata per giorno 26 luglio alle ore 14.
Ma se questo è il 2023, come si spiega invece la grande partecipazione del 2022? Tempi più lunghi per la presentazione dei progetti? No. Anzi. (l’anno scorso sono stati disponibili 12 giorni, dal 16 al 28 giugno). Più tempo per scegliere quale progetto votare? Appena un po’. Un paio di settimane (dall’11 al 25 luglio) anziché sei giorni. C’erano forse altri amministratori? No. Gli attuali sindaco e giunta erano già in carica. Da pochissimi giorni, ma c’erano. Il primo cittadino ne aveva parlato su Facebook? Macché. Zero tagliato. Insomma le informazioni scovate sul web non spiegano quegli oltre mille votanti del 2022. Né spiegano i 346 quest’anno.

Il confronto con il 2022

Ma cosa è successo agli altri “campioni” del 2022 in questo 2023? Be’, in un bel po’ di casi quel che è successo sono ritardi vari.
Ad oggi, per esempio, non è stato pubblicato neanche l’avviso per la presentazione dei progetti, e quindi non è stato ancora avviato l’intero processo del 2023, in una serie di città nelle quali l’anno scorso si era registrata una buona affluenza alle “urne” della democrazia partecipata. L’esempio degli esempi è Prizzi nel Palermitano dove nel 2022 andarono in votare 1074 dei 4172 abitanti, quasi un quarto dell’intera popolazione, e dove, però, quest’anno ancora tutto tace. Rimanendo nel Palermitano tutto tace anche a Lercara Friddi (l’anno scorso 758 votanti, 6182 abitanti) e a Bagheria (l’anno scorso 768 voti, 52928 abitanti). Nell’Agrigentino si tratta di Campobello di Licata (l’anno scorso 559 votanti, 9062 abitanti) e Porto Empedocle (l’anno scorso 1590 votanti, 15600 abitanti). Nel Messinese si potrebbe parlare di Barcellona Pozzo di Gotto che, con i suoi 554 votanti dell’anno scorso a fronte di una popolazione di 39985 residenti, aveva comunque portato al voto un bel po’ di abitanti. Nel Siracusano è il caso di Lentini (l’anno scorso 676 votanti, 21646 abitanti).

E ci sono anche Comuni che ancora non hanno svolto le votazioni oppure le hanno svolte ma non hanno ancora dato l’esito. Succede per esempio ad Alessandria della Rocca nell’Agrigentino dove l’anno scorso si sono registrati 636 voti su una popolazione di 2452 abitanti, anche qui quasi un quarto della cittadinanza.

Performance quasi altrettanto eccezionali l’anno scorso ci sono state in un paio di Comuni del Messinese dove si attendono notizie sulle votazioni di quest’anno, e precisamente a Gaggi dove nel 2022 hanno votato in 518 su 3091 abitanti e a Piraino dove hanno votato in 754 su 3778 abitanti.

Votazioni ancora da fare o numeri di votanti ancora da pubblicare anche in alcune “capitali”. In particolare Messina e Catania dove i votanti l’anno scorso hanno, sì, superato i 500, ma rispetto al numero di abitanti non si è trattato certo di buone percentuali (a Messina si sono registrati 639 votanti su 218786 persone e a Catania 1876 votanti su 298762 abitanti), Caltanissetta (l’anno scorso 852 votanti su 58532 abitanti) ed Enna (l’anno scorso 729 votanti su 25512 abitanti). Stessa situazione nel Catanese ad Acireale (l’anno scorso 701 votanti su 50515 abitanti) e a Gravina di Catania (l’anno scorso 1196 votanti su 25185 abitanti, quest’anno si vota dal 19 al 31 ottobre), a Sciacca nell’Agrigentino, dove però in campo quest’anno c’è un solo progetto (l’anno scorso la città aveva visto invece in gara 7 progetti e aveva registrato 627 votanti su una popolazione di 38967 abitanti). E ancora nel Messinese a Spadafora (l’anno scorso 888 votanti su 4687 abitanti), nel Palermitano a Misilmeri (l’anno scorso 548 votanti su 28760 abitanti) e Villabate (l’anno scorso 790 votanti su 19634 abitanti) e a Solarino nel Siracusano (l’anno scorso 511 votanti su 7513 abitanti).

Due casi particolari

San Piero Patti (Messina) è un caso a sé. Il processo di democrazia partecipata di quest’anno si è concluso, con tanto di progetti vincitori, ma non è stato possibile rintracciare il numero dei votanti. Nel 2022 la cittadina di appena 2570 abitanti aveva visto 581 cittadini esprimere la propria preferenza. Peccato davvero non sapere cosa sia successo quest’anno.
Caso a sé anche quello di Modica (Ragusa) dove quest’anno con una specie di colpo di mano l’amministrazione ha scelto di non attivare il processo e realizzare il secondo classificato dell’anno scorso (che raccolse soltanto 8 voti) quando, su 53503 abitanti avevano votato in 985.

Iria Cogliani

Militello in Val di Catania, foto di Di Masigu, via Wikimedia Commons

Le informazioni contenute nell’articolo sono aggiornate al 20 ottobre 2023