Il Messinese è la provincia in cui la democrazia partecipata vale di più: 1 milione di euro per (al momento) 110 progetti

Il Messinese è la provincia in cui la democrazia partecipata vale di più: 1 milione di euro per (al momento) 110 progetti

Con 110 progetti civici per 88 processi avviati di cui 67 completati e con 1 milione di euro speso (o impegnato), la democrazia partecipata anno 2023 dell’ex provincia di Messina vale da sola circa un quarto del totale siciliano, come ricordano i dati generali sull’intera Sicilia che raccontano di impegni di spesa quasi raddoppiati e anche di Regolamenti mancanti dimezzati rispetto all’anno precedente.

“Luci” e “ombre” ci sono anche nel Messinese, anche nell’anno appena trascorso, ma a conti fatti, le “luci” sembrano prevalere, nell’anno dei record positivi mentre la Regione depotenzia la legge e la società civile risponde con una raccolta di firme. Quali sono queste “luci” del Messinese? Soprattutto, ma non solo, un maggiore interesse e un rinnovato impegno a favore delle giovani generazioni che risultano diffondersi sempre più.

I Comuni che sono rimasti fermi

Partiamo però dalle “ombre”. Nell’Area metropolitana sono rimaste ferme l’anno scorso 19 cittadine: Acquedolci, che comunque non ha mai brillato per partecipazione e anche nel 2022 non ha dato segni di vita, Leni, che però è uno dei Comuni che nel 2023 ha avuto la svolta fondamentale, avendo approvato il Regolamento, Castell’Umberto, Mazzarrà Sant’Andrea, Novara di Sicilia, Pace del Mela, San Salvatore di Fitalia che praticamente non hanno mai attivato i processi, Mirto, Oliveri, Santa Marina Salina che invece fino all’anno prima si erano dati da fare, e poi Monforte San Giorgio, Montagnareale, Reitano, Roccafiorita, San Teodoro, Taormina, Ucria. Tutte tace pure a Barcellona P.G. e Frazzanò, che hanno fissato le somme per l’anno rispettivamente l’8 novembre e il 4 ottobre. Tra i Comuni “fermi” nell’anno appena trascorso alcuni ancora non hanno il Regolamento. Si tratta di Castell’Umberto, Mazzarà Sant’Andrea, Montagnareale, Novara di Sicilia, Pace del Mela, Roccafiorita. Senza regolamento ma capaci di svolgere i processi e usare i fondi – spesso, ma non sempre, rispettando la ratio della legge – sono anche Alì Terme, Antillo, Furnari, Graniti, Gualtieri Sicaminò, Itala, Letojanni, Mongiuffi Melia,  , Pettineo, Santa Lucia del Mela.

I Comuni che si sono migliorati

E le “luci”? Be’, le “luci” ci sono e sono significative. Per esempio nel Messinese sono decisamente da ricordare i Regolamenti approvati proprio nel 2023: Leni, come detto sopra, e poi Floresta e Terme Vigliatore.

Ancora più interessanti i casi dei Regolamenti che sono stati modificati l’anno scorso, tutti in meglio con un occhio di riguardo ai cittadini più giovani, i minorenni.

Per esempio, ha mantenuto appieno le promesse l’assessora Rita Torcivia di Santo Stefano di Camastra. L’assessora aveva infatti partecipato all’iniziativa “Interrogazione in democrazia partecipata” realizzata dall’Istituto “Sciascia – Fermi” di Sant’Agata di Militello in collaborazione con il progetto “Spendiamoli Insieme”. E in quell’occasione si era impegnata per realizzare la richiesta degli studenti che chiedevano l’abbassamento a 15 anni dell’età minima per la partecipazione. Nel dicembre 2023 il Comune approva la modifica, ricordando sia il protagonismo degli studenti sia i pareri favorevoli acquisiti. A Santo Stefano di Camastra quindi possono presentare progetti a valere sulla democrazia partecipata tutti i cittadini dai 15 anni in su.

E ancora: a Mistretta, le regole stabilite nel lontano 2017 che, per dirne una, ammettevano alla presentazione di progetti da finanziare con la democrazia partecipata soltanto gli organismi di rappresentanza collettiva, nel 2023 cambiano. Il nuovo Regolamento prevede che “possono presentare progetti tutti i cittadini che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età, gruppi informali di cittadini e associazioni senza scopo di lucro”. Un bel passo in avanti sulla strada della partecipazione e del coinvolgimento, non da ultimo per l’apertura ai minorenni, i quali, peraltro, possono anche votare il progetto da far finanziare. Un’apertura che si realizza anche a Montalbano Elicona dove nel 2019 si ammettevano a partecipazione solo i maggiorenni e dall’anno scorso invece si ammettono tutti i cittadini che abbiano compiuto 16 anni, e a Roccella Valdemone, dove, con uno “scarto” di appena 2 anni tra il precedente Regolamento del 2021 e quello del 2023, avviene la stessa cosa: il Comune apre alla partecipazione anche dei sedicenni e diciassettenni. Tortorici fa ancora meglio. Qui il limite minimo di età per la partecipazione passa dai 16 anni previsti nel Regolamento del 2017 ai 15 anni fissati nel 2023. E non è tutto. Oltre ai diversi organismi già ammessi si aggiunge “la consulta giovanile”. Nel 2023 Tortorici ha per la prima svolto il processo di democrazia partecipata.

Anche Messina, la “capitale” dell’Area Metropolitana, fa parte del “gruppone” di Comuni che nel 2023 scelgono di dare particolare attenzione ai più giovani. Ma sulla città c’è da dire molto di più.

Il caso: Messina

Il caso Messina è infatti in “chiaroscuro”, con le “luci” e le “ombre” che si danno battaglia.

Per un verso, infatti, si registra la modifica del Regolamento, che aggiunge, nero su bianco, la fase della votazione, prima non prevista e invece obbligatoria per legge. È una novità anche la facoltà per le Circoscrizioni di realizzare incontri informativi sulla democrazia partecipata su tutto il territorio comunale. Last but not least, si abbassa a 16 anni l’età minima per la partecipazione, che prima era riservata solo ai maggiorenni.

Dall’altro lato permangono criticità. Nel processo dell’anno 2023, il primo con il nuovo Regolamento, vengono ammesse a votazione solo 3 proposte sulle 21 presentate; per capire come mai così tante siano state scartate bisogna attendere un bel po’, perché in un primo verbale di valutazione non risultavano 8 proposte, poi ricapitolate in un verbale integrativo; alla fine si scopre che la gran parte delle proposte viene non ammessa per problemi di budget, cioè perché prevedevano un impegno superiore alla somma disponibile, e anche in questo caso va da sé che l’informazione non è stata proprio puntuale se così tanti, tra cittadini e associazioni, hanno sbagliato i calcoli; gli incontri nelle Circoscrizioni vengono fatti ma non dal Comune, che se ne intesta giusto una. Ad organizzarli è “Spendiamoli Insieme” con le associazioni del territorio. Alla fine al voto vanno in tutto 875 cittadini, davvero pochi per una città di circa 220 mila abitanti, e il progetto finanziato, per 110 mila euro, viene scelto in tutto da 486 persone.

Iria Cogliani

Messina, foto di Jeroen P from The New Forest, via Wikimedia Commons

I dati contenuti nel pezzo sono aggiornati al 5 gennaio 2024