Dove è promossa la partecipazione delle scuole

Dove è promossa la partecipazione delle scuole

La scuola soggetto sociale protagonista: quante volte lo abbiamo sentito dire! Non sempre alle parole però seguono fatti. Eppure che l’agenzia formativa per eccellenza, quella più prossima alla cittadinanza, possa essere portatrice di istanze di interesse collettivo, trasversale a generazioni e condizioni, territori e abitudini, sta nei fatti.

E così visto che c’è una scuola del Messinese, l’Istituto di Istruzione Superiore “Sciascia – Fermi” di Sant’Agata di Militello, che ha messo attorno alla questione “democrazia partecipata” decine di studenti provenienti da 14 diversi Comuni, sembra proprio il caso di vedere se e quando e come le scuole siano coinvolte o meno nei processi di partecipazione in Sicilia. A partire, ovviamente, dai documenti ufficiali. I quali – come registrato da spendiamolinsieme.it, il progetto di monitoraggio civico della no profit Parliament Watch Italia – raccontano di una decina di Enti locali, divisi per quasi tutte le ex province, per i quali le scuole del proprio comprensorio possono come tali e istituzionalmente prendere parte ai processi di democrazia partecipata. Il primo dato, però, è che questo particolarissimo riconoscimento al ruolo della scuola il più delle volte non porta risultati apprezzabili.

Sicilia occidentale: da Palermo a Mazara del Vallo

Tra le città considerate spiccano due “capitali” (per i modelli adottati dalle nove “capitali” siciliane qui un approfondimento). Una delle due è Palermo che è stata, e continua ad essere, un vero caso. Fino al 2022 privo di regolamento sulla democrazia partecipata, il Comune ha dovuto restituire negli anni qualcosa come 2 milioni di euro, circa 300 mila all’anno. Poi l’anno scorso il regolamento è stato approvato. E tra gli aventi diritto alla partecipazione – cioè tra i soggetti che possono presentare progetti e poi possono votarli per selezionare quelli da finanziare – la città inserisce nero su bianco “le scuole di ogni ordine e grado”. Quanto questa opportunità sia colta però non è ancora possibile stabilirlo. L’unico anno in cui il processo è stato avviato è quello in corso, per il quale a oggi c’è solo l’avviso. Per sapere se uno o più istituti scolastici palermitani abbiano partecipato e come tocca attendere, insomma.

Nell’Area Metropolitana di Palermo ci sono altri due Comuni che “aprono” alle scuole. Uno è Termini Imerese, dove la democrazia partecipata ha a disposizione circa 12 mila euro annui ed è retta da un regolamento che affida alla Giunta la scelta delle due proposte, tra quante pervenute, da sottoporre al voto popolare. Un passaggio che, di fatto, riduce un po’ la possibilità di esprimere preferenza da parte dei cittadini espressamente prevista dalla normativa regionale. Detto questo, scorrendo le pagine dedicate di “Spendiamoli Insieme” sembra comunque che né nel 2022, né nel 2021 tra le proposte ammesse a votazione popolare ce ne sia qualcuna presentata da istituti scolastici. Per il 2020 i ricercatori non hanno trovato l’esito, per il 2019 non hanno trovato alcuna notizia.

L’altro Comune del Palermitano da considerare è Villabate. Qui – con fondi che vanno dai 5 ai 10 mila euro, grazie anche a integrazioni da casse comunali – l’anno scorso ha “vinto” il progetto “Il Decoro Urbano e l’Ambiente” che mira a coinvolgere le scuole del territorio nella realizzazione di disegni successivamente saranno reinterpretati dall’artista che dipingerà i murales. Ma era stato presentato da una cittadina Erika Vagante, non da una scuola. E andando indietro nel tempo, neanche nel 2021 ci sono state proposte da istituti scolastici mentre nel 2020 è pervenuto un solo progetto (dal Club degli Anziani). Nel 2019 vennero presentate 12 proposte, di cui 5 dichiarate inammissibili. Al momento del voto, ecco la sorpresa. “Vince” il progetto “Stare freschi per stare bene a scuola” presentato da Stefania Spadaro, presidente del Consiglio di Circolo della Scuola Primaria Rodari.

Per rimanere a ovest, ecco Mazara del Vallo, Libero Consorzio di Trapani. A Mazara però non solo per l’anno in corso ma anche per il 2022 e il 2021 il team di “Spendiamoli Insieme” non ha trovato notizie, mentre nel 2020, anno in cui è stato approvato il regolamento, c’è solo l’avviso, e dunque nessuna possibilità di verificare come siano stati investiti i soldi. Nel 2019, invece, una previsione interessante, che poi non sembra sia stata realizzata a causa del fatto che per quell’annualità i fondi disponibili erano pari a zero: “Le proposte ammesse e approvate dalla Giunta Municipale saranno poi sottoposte al giudizio finale di un numero massimo di 200 studenti del quinto anno degli Istituti superiori nel corso di una consultazione pubblica che sarà effettuata nell’aula consiliare. L’esito della votazione sarà trasmesso alla Giunta per la definitiva approvazione”.

Sicilia orientale da Ragusa a Sant’Agata di Militello

Dal canto suo l’altra “capitale” in questo elenco, Ragusa ha un regolamento (del 2019) che non richiama esplicitamente il diritto di partecipazione delle scuole. Ma l’anno scorso tra i progetti presentati e approvati ce n’è uno “firmato” dagli alunni del Liceo Scientifico Fermi i quali, partendo dall’esempio di Yad Vashem, hanno elaborato – parola del Comune – un importante lavoro di ricerca su uomini e donne GIUSTI in ogni ambito. Il progetto prevede quindi la realizzazione nella città di Ragusa di un “Giardino dei giusti”, che verrà realizzato all’interno del costituendo “Parco Falcone Borsellino“ in Via Australia. E al “Giardino dei Giusti” degli studenti sono andati 15 mila euro su un totale di 54 mila suddivisi tra 5 diversi progetti. Una sorta di prima volta destinata, è il caso di dirlo, a fare scuola? Può darsi. Quello che è certo, però, è che a Ragusa i cittadini non scelgono, a scegliere è un tavolo tecnico che ammette o non ammette le proposte e tra quelle ammesse assegna punteggi e, dunque, finanziamenti. Un “vizio” che, come già detto in numerose occasioni, tradisce la ratio, ma anche la lettera, della normativa sulla democrazia partecipata.

Per trovare esperienze simili vicine a Ragusa, bisogna andare nel Libero Consorzio di Siracusa. E precisamente a Pachino, dove in media sono disponibili 12/13 mila euro. Qui nel 2022 risulta il più votato (e viene interamente finanziato) il progetto presentato dalla direttrice dell’Istituto Comprensivo Silvio Pellico, Liliana Lucenti, destinato a “Migliorare la fruibilità della biblioteca scolastica e della sala lettura attraverso opere di ristrutturazione, ammodernamento e rinnovo libri”. È un fatto importante perché nella città quello è l’anno in cui per la prima volta si sviluppa il processo di democrazia partecipata, visto che il regolamento viene approvato giusto nel 2021.

Sempre nella Sicilia orientale, c’è, tra le città più piccole in elenco, Serradifalco nel Libero Consorzio di Caltanissetta, il cui regolamento, aggiornato nel 2022, prevede espressamente, oltre alla partecipazione dei sedicenni, anche quella delle scuole. Il Comune, inoltre, si distingue per tempestività. Il processo dell’anno in corso non solo è stato avviato ma anche concluso. E tuttavia ha una pecca, questo processo celere: la partecipazione. È stata presentata una sola proposta civica: il concerto dei Ricchi e Poveri in onore del Santo Patrono con il “corollario” di un piccolo importo da destinare all’Associazione Bandistica “Maestro Aldo Lalumia”. Risalendo fino al 2019 la “musica” non cambia. Il risultato è che a Serradifalco i cittadini non scelgono. Di partecipazione insomma, che sia da parte delle scuole o da parte di altri soggetti, se ne vede poca.

A Pedara nell’Area Metropolitana di Catania ogni anno la democrazia partecipata viaggia su una somma disponibile di circa 5 mila euro. Nel 2022 tra i progetti presentati c’è quello dell’Istituto Comprensivo Statale “S. Casella” che si intitola “Baby- Consiglio” “Pace, Cultura e Legalità” Anno scolastico 2022/2023 “Credere nella forza del Diritto e delle Istituzioni”. E, guarda un po’, risulta il più votato. Dunque quello che viene finanziato. Nel 2021 viene presentata una sola istanza. Nel 2020 furono 4 le proposte ammesse, nessuna proveniente da una scuola. Per il 2019 i ricercatori non hanno trovato informazioni a parte l’avviso.

E arriviamo a Sant’Agata di Militello, Area Metropolitana di Messina, fondi di democrazia partecipata annuali tra i 1000 e i 3000 euro. Qui opera l’Istituto superiore “Sciascia – Fermi” che in collaborazione con “Spendiamoli Insieme” ha coinvolto gli studenti delle superiori dei Comuni vicini in un corso-laboratorio ad hoc e che sta programmando una iniziativa pubblica con la partecipazione di 14 Sindaci o Assessori. La scuola, in questo caso, è motore di un’esperienza avanzata che, nelle intenzioni, dovrebbe supportare consapevolezza e conoscenza tra le cittadinanze così come tra le amministrazioni. Intanto, però, a Sant’Agata di Militello, i ricercatori non hanno trovato notizie per l’anno in corso così come per il 2022. Il pur datato regolamento (2017) effettivamente iscrive tra i potenziali partecipanti gli istituti scolastici, ma anche dal 2019 al 2021 non risultano proposte presentate dalle scuole.

Le aree “mancanti”, le notizie “mancanti”

“Spendiamoli Insieme” considera di grande rilevanza l’espressione di partecipazione della scuola, luogo-cardine dello sviluppo dell’esperienza di cittadinanza. Ma è in grado di pubblicare solo i dati e le informazioni che i ricercatori riescono a trovare. Può darsi quindi che qualcosa sia sfuggito sia nelle due aree non presenti in questo elenco, Enna ed Agrigento, sia nel resto della Sicilia. E così, su questo tema in particolare, così come in generale sulle esperienze siciliane di democrazia partecipata, torna a rivolgersi ai lettori tutti affinché segnalino (alla mail info@spendiamolinsieme.it) tutti i casi di cui sono a conoscenza.

Iria Cogliani

Ragusa Ibla, foto di Christopher Down via Wikimedia Commons

Le informazioni contenute in questo pezzo sono costruite sui dati disponibili su “Spendiamoli Insieme” al 15 aprile 2023.