Verso le amministrative di giugno: i Comuni “che fanno bene” in tema di democrazia partecipata

Verso le amministrative di giugno: i Comuni “che fanno bene” in tema di democrazia partecipata

Tra i Comuni che vanno ad elezioni amministrative a giugno, alcuni fanno bene i propri processi di democrazia partecipata. Non significa che per questi processi non ci siano margini di miglioramento, ma piuttosto che si parte da una buona “base”. In altre parole si tratta di quelle città che non “saltano” le diverse fasi (raccolta dei progetti dei cittadini, accoglimento delle preferenze espresse dai cittadini), registrano una buona partecipazione e sono dotati del regolamento di democrazia partecipata. Ecco quali sono secondo le risultanze delle ricerche di “Spendiamoli Insieme”.

Libero Consorzio di Agrigento

Nell’Agrigentino si muove bene Santa Elisabetta (2189 abitanti). La cittadina ha già stabilito, con delibera del 20 febbraio, il budget e le aree tematiche alle quali dovranno fare riferimento i progetti dei cittadini per la democrazia partecipata di quest’anno. L’anno scorso furono 7 i progetti presentati e ammessi a votazione e votò praticamente un quinto dell’intera popolazione (424 votanti). Numeri buoni in termini di partecipazione, insomma, sia quello delle proposte sia quello dei votanti. Unico dettaglio non perfettamente aderente alla normativa il fatto che, con più di 10 mila euro disponibili (esattamente 14.843,29), il processo avrebbe dovuto avviarsi entro il 30 giugno ed invece è partito a settembre. Ma Santa Elisabetta ha comunque un altro merito in termini di partecipazione: ha stabilito infatti di ammettere a finanziamento sempre almeno tre proposte, alle quali riservare il 45%, il 30% e il 25% del totale in ragione del posizionamento in termini di voti. È successo l’anno scorso ma anche negli anni precedenti a partire dal 2020. Infine, il regolamento, approvato nel lontano 2017, nonostante la “vecchiaia” risulta adeguato alla normativa ed è di grande apertura: la partecipazione è ammessa anche ai minorenni, dai 16 anni in su; sono garantite tutte le fasi, comprese la presentazione di proposte e l’espressione di preferenze; si prevede la possibilità di realizzare incontri pubblici sul tema.

Quasi tutto ok in termini di democrazia partecipata anche ad Alessandria della Rocca (2.521 abitanti). Con circa 20 mila euro annuali, la cittadina ha già pubblicato l’avviso per il 2024 e negli anni scorsi ha sempre portato a termine i propri processi, spesso ricevendo un buon numero di progetti dai cittadini e svolgendo quasi sempre anche la fase delle votazioni (anche se giusto nel 2023 le votazioni sono “saltate” perché le risorse erano sufficienti a realizzare le sole due proposte ricevute). Nota di merito ulteriore un regolamento (datato 2019) che ammette alla partecipazione “tutti coloro che anche se non residenti hanno il domicilio presso questo Comune”. Come a dire che essere cittadini significa aver a cuore la comunità e il territorio, al di là delle “carte bollate”. Alessandria della Rocca, tra l’altro, è stato appena sanzionato dalla Regione per il processo del 2021, anche se a “Spendiamoli Insieme”, il processo risulta correttamente svolto.

Libero Consorzio di Caltanissetta

Fa meglio di tutti in tema di democrazia partecipata Caltanissetta (59.245 abitanti), unica “capitale” del gruppo di 37 enti che vanno alle urne. La città ha fondi annuali di democrazia partecipata per circa 30 mila euro e ha già svolto una buona parte del processo di quest’anno. Peraltro Caltanissetta ha un iter che è particolarmente inclusivo e che prevede ben due votazioni. La prima, già fatta per quest’anno, è quella con la quale i cittadini scelgono le aree tematiche a cui dovranno fare riferimento i progetti presentati. La seconda serve a scegliere quali progetti dovranno essere finanziati. E a ciascun progetto tra quelli preferiti dalla popolazione viene assegnata una somma massima (quest’anno si tratta di 6 mila euro) con il chiaro intento di realizzare quante più proposte possibile. Tra le due votazioni c’è la call per la raccolta dei progetti che, fra l’altro, dà tempo un mese per l’ideazione delle proposte. A ciò si aggiunge che possono partecipare anche i minorenni, dai 16 anni in su. Per di più il regolamento, rinnovato nel 2020, riguarda non solo la democrazia partecipata, ma la partecipazione tout court, dalle consulte settoriali al consiglio comunale dei ragazzi, dalle assemblee civiche alle petizioni popolari, dal “patto di collaborazione” fino appunto al Bilancio partecipativo. Peccato però che l’anno scorso sembrerebbe – il condizionale è d’obbligo, perché si lavora sui dati che i ricercatori di “Spendiamoli Insieme” riescono a rintracciare –non si sia votato per esprimere la preferenza (con i 5 progetti presentati tutti finanziati) mentre negli anni precedenti il voto di preferenza c’era stato e aveva visto una buona partecipazione.

Area Metropolitana di Messina

In tema di democrazia partecipata ha fatto bene negli ultimi anni pure Falcone (2785 abitanti), Comune oggi commissariato che arriverà alle Amministrative di giugno. La cittadina ha circa 8/9 mila euro annui disponibili per la democrazia partecipata e nel 2019 ha adottato un regolamento che, tra l’altro, coinvolge i minorenni dai 16 anni in su. A Falcone inoltre si registra una buona partecipazione (per dirne una nel 2023 furono 6 i progetti presentati e 240 i votanti che scelsero quello da finanziare). Qualche nota dolente però si trova andando indietro nel tempo. Nel 2021 non è arrivata alcuna proposta e la destinazione dei fondi è stata decisa dal Comune. Nel 2020 a fronte di zero progetti dei cittadini, la scelta è stata fatta tra proposte della Commissione Consultiva per la Democrazia Partecipata e con appena 21 votanti. Ora comunque le cose vanno meglio. Resta da vedere lo svolgimento del processo nel 2024.

Libero Consorzio di Siracusa

Il Comune oggi commissariato di Pachino (21.678 abitanti) dispone di fondi annui di democrazia partecipata per 11/13 mila euro e ha dato una svolta ai propri processi nel 2021 quando venne approvato il regolamento. Un regolamento che apre alla partecipazione anche dei minorenni, 16enni e 17enni, che struttura gli elementi fondamentali della “scheda-progetto” con cui i cittadini possono presentare le proprie proposte e che sceglie – per l’espressione delle preferenze – la modalità dell’assemblea pubblica nella quale i diversi progetti vengono presentati e discussi per poi essere votati.

La “svolta” di Pachino ha premiato come dimostra il “crescendo” della partecipazione. Nel 2022 vennero presentate 5 proposte e a votare la preferita furono 154 cittadini mentre nel 2023 vennero presentate 7 proposte e a votare furono in 566. Qualcosa da migliorare però c’è anche qui. Ed è (come succede spesso) la questione delle tempistiche. Nel 2022 l’avviso con cui il Comune ha chiamato a raccolta la cittadinanza per presentare progetti è datato 12 ottobre e ha scadenza appena due settimane dopo. L’anno scorso l’avviso è arrivato un po’ prima, il 20 settembre, e il tempo dato ai cittadini per l’ideazione dei propri progetti è stato doppio, un mese. C’è quindi un miglioramento anche in termini di tempistiche e tuttavia la legge prevede che i Comuni con più di 10 mila euro a disposizione, com’è appunto Pachino, facciano partire il processo annuale entro il 30 giugno. Vedremo cosa succederà quest’anno.

Iria Cogliani

Le informazioni contenute in questo pezzo sono basate sui dati di “Spendiamoli Insieme”, aggiornati al 29 marzo 2024

 

Caltanissetta, foto di AlessandroAM, via Wikipedia