Una settantina di incongruenze tra i Comuni non sanzionati per i processi di democrazia partecipata 2020

Una settantina di incongruenze tra i Comuni non sanzionati per i processi di democrazia partecipata 2020

Sono stati 157 i Comuni sanzionati (159 nel primo decreto, ai quali vanno sottratti 2 Comuni, Messina e Pettineo, cui la sanzione è stata totalmente revocata in un secondo decreto) per mancata spesa (totale o parziale) dei fondi di democrazia partecipata del 2020. Ma gli altri 234 Comuni siciliani come si sono comportati tre anni fa, in quel lontano 2020 per il quale arrivano solo oggi, anno 2023, le sanzioni?

“Spendiamoli Insieme”, dopo aver analizzato le situazioni nei Comuni “sanzionati”, getta ora lo sguardo su quegli Enti locali che, non essendo stati “multati”, secondo la Regione hanno fatto tutto bene. Per 129 Comuni il monitoraggio civico conferma le risultanze regionali, i processi si sono svolti e completati. Per una trentina le sanzioni non avrebbero potuto essere comminate perché i Comuni erano in dissesto e la legge sulla democrazia partecipata prevede che in questi casi non ci sia l’obbligo di attivare i processi. Per una settantina di Comuni, però, secondo i ricercatori, risultano incongruenze più o meno gravi. Almeno stando alle rilevazioni ormai in corso da oltre due anni e i cui risultati sono pubblicati e aggiornati quotidianamente su questo sito.

Zero documenti in 9 Comuni

Per esempio, i ricercatori non hanno trovato alcun documento per Pettineo a cui la Regione ha prima comminato e poi revocato totalmente la sanzione. Di questa cittadina (1273 abitanti) dell’Area Metropolitana di Messina, in effetti, “Spendiamoli Insieme” sa solo quello che viene fuori dai decreti regionali dei vari anni, e cioè che ha fondi annuali tra i 3000 e i 4000 euro e che risulta li abbia spesi praticamente sempre. Come? Non è dato saperlo. Non è stato trovato il regolamento (obbligatorio per legge a partire dal 2019), non sono stati trovati gli avvisi e neanche gli esiti.

Né Pettineo è l’unico caso. Sono infatti 9 in tutto i Comuni per i quali i ricercatori non hanno rintracciato atti e informazioni. Potrebbe essere che i documenti siano stati pubblicati e che sia stato il team di monitoraggio a farseli sfuggire, ma, in questo caso, c’è da dire che dovrebbero essere stati difficilissimi da trovare.

Ecco quali sono questi Comuni, tutti non sanzionati e che, quindi, hanno dimostrato alla Regione di aver svolto i processi di democrazia partecipata del 2020, per i quali però “Spendiamoli Insieme” non ha trovato notizie: Butera (CL), Nissoria e Pietraperzia (EN), Acquedolci, Montagnareale, Pettineo e Roccafiorita (ME), Altofonte e Castronovo di Sicilia (PA).

Senza regolamento altri 12 Comuni

Per 12 Comuni non sanzionati “Spendiamoli Insieme” non ha trovato il regolamento. I Comuni di questa lista hanno svolto i processi, disponendo peraltro di fondi di diverse entità. In questo elenco avrebbe dovuto esserci anche la “capitale” Catania, che “viaggia” sui 200 mila euro annui e che solo nel 2022 ha adottato un procedimento in grado di far esprimere le proprie proposte ai cittadini. Ma nel 2020 Catania era in dissesto e quindi per quell’anno non c’è da considerarla.

Comunque sia, per questi 12 Comuni la domanda che si sono posti i ricercatori è se sia o meno vincolante l’obbligo di adozione del regolamento, e se sia o meno sanzionabile la mancata adozione.  A conti fatti, viste le mancate sanzioni promulgate dalla Regione, sembra che la risposta sia “no” in entrambi i casi.

Il che toglie importanza effettiva alla carta fondamentale che regola i processi e che – come tutti i regolamenti – è atto attribuito al Consiglio Comunale e non alla Giunta, alla quale tocca invece la gestione operativa dei processi, quindi gli avvisi, la raccolta delle proposte, la votazione delle preferenze e, infine, gli esiti. Questo l’elenco: Santa Margherita di Belice (AG), Linguaglossa, Mazzarrone e Nicolosi (CT), Mongiuffi Melia e Santa Lucia del Mela (ME), Chiusa Sclafani, Contessa Entellina, Roccapalumba e Trappeto (PA), Salaparuta e Valderice (TP).

13 Comuni che hanno solo il regolamento

In situazione opposta sono invece 13 Comuni per i quali i ricercatori hanno trovato, sì, il regolamento, ma solo quello, non rintracciando altro dei processi veri e propri. Possibile che per tutti questi Comuni il team di monitoraggio abbia “mancato” le pubblicazioni? Possibile, certo. Forse le pubblicazioni sono state fatte per pochi giorni oppure messe in “sezioni” poco visibili dei siti web istituzionali. Val la pena però di ricordare che la normativa impone che tutte le fasi del processo siano “adeguatamente pubblicizzate sul sito istituzionale dell’ente”. Dove la parola chiave è “adeguatamente”. Come più volte segnalato, insomma, un’informazione compiuta, accessibile e chiara è uno dei fattori che rendono veramente partecipata la democrazia partecipata.

I 13 Comuni per cui non è possibile rintracciare i documenti che regolano le fasi dei processi di democrazia partecipata: Casteltermini (AG), Mussomeli, Resuttano e Licodia Eubea (CT), Frazzanò, Mirto, Rometta, San Salvatore di Italia e Ucria (ME), Altavilla Milicia, Corleone e Palazzo Adriano (PA), Canicattini Bagni (SR).

Per 2 Comuni informazioni dalla stampa

Se per i Comuni al punto precedente nulla si è trovato tra gli atti, per i 2 di questa lista informazioni importanti si trovano in rassegna stampa.  Si tratta in particolare degli esiti.

Una è la “capitale” Trapani. Per Trapani, che nel 2020 aveva a disposizione 31 mila euro, i ricercatori hanno trovato l’avviso 2020 e non sono riusciti a rintracciare gli altri passaggi ma sia sull’avvio delle votazioni sia sui risultati finali i giornali locali hanno dato notizie.

L’altra è Burgio nell’Agrigentino, che aveva circa 8 mila euro. Per Burgio si sono trovati l’avviso, il documento sulla partecipazione, l’indizione delle votazioni ma, ancora una volta, non si è trovato l’esito. Che però è “uscito” sulla stampa.

Senza esito 31 Comuni

E sempre a proposito di esiti mancanti, sono non pochi, esattamente 31, i Comuni per i quali il team di monitoraggio civico non ha rintracciato i risultati dei processi 2020. Cosa che non significa che i processi non siano stati completati, ma solo che i risultati finali, con l’assegnazione dei fondi, sono stati di difficile reperimento sui siti comunali oppure del tutto non pubblicati. L’esito è un documento tra i più importanti, perché di fatto riassume i diversi step dei procedimenti, dando atto non solo dei vincoli e delle condizioni del regolamento, ma anche delle date di pubblicazione dell’avviso, dei progetti presentati, dell’espressione di preferenze, per concludere appunto con l’indicazione della proposta o delle proposte “vincenti” da finanziare.

I 31 Comuni sono: Castrofilippo (AG), Biancavilla e Santa Venerina (CT), Antillo, Casalvecchio Siculo, Castell’Umberto, Condrò, Fiumedinisi, Foresta, Limina, Malvagna, Moio Alcantara, Oliveri, Pagliara, San Marco D’Alunzio e Tusa (ME), Bisacquino, Blufi, Campofiorito, Cefalà Diana, Lascari, Polizzi Generosa, Roccamena, Sclafani Bagni e San Mauro Castelverde (PA), Monterosso Almo (RG), Cassaro e Solarino (SR), Erice, Mazzara del Vallo e Santa Ninfa (TP).

Per 2 Comuni processo “problematico”

Per un paio di Enti, infine, i dubbi sollevati sono specifici, caso per caso. Uno è Camastra nel Messinese. Qui nel 2020 si ebbe zero partecipazione. Nessuno presentò proposte e i fondi (circa 16 mila euro) vennero destinati a tre azioni scelte dal responsabile del procedimento, ovvero dal Comune stesso. L’altro, sempre nell’Area Metropolitana di Messina, è Milazzo. Nella cittadina la partecipazione del 2020, per circa 8 mila euro disponibili, fu invece numerosa. Nonostante fossero stati dati solo dieci giorni di tempo, i cittadini presentarono 25 proposte di cui 19 furono dichiarate ammissibili. Per la scelta finale a votare furono 1443 persone. Solo che l’intervento più votato e quindi prescelto (Percorso pedonale ciclabile sul vecchio tracciato ferroviario) non è mai stato attuato in quanto le risorse risultarono largamente insufficienti. Due processi, insomma, non proprio esemplari.

A cosa serve l’analisi

Il decreto 95 del 20 aprile 2023, con l’elenco dei Comuni sanzionati per i processi di democrazia partecipata 2020, riporta soltanto numeri (somma a disposizione, somma utilizzata, somma spesa) e quindi crediamo non offra sufficiente qualità informativa. Così, al tema delle sanzioni, abbiamo dedicato tre approfondimenti.

Nel primo abbiamo notizia delle sanzioni erogate e, tempestivamente, delle prime modifiche effettuate dalla Regione. Questa notizia è stata letta moltissimo sia sul nostro sito che sui social e decine di quotidiani locali hanno ripreso ciò che abbiamo pubblicato, contribuendo alla crescita delle conoscenze dei propri lettori sui risultati delle azioni con cui i Comuni coinvolgono la cittadinanza secondo la legge regionale.

In un secondo articolo abbiamo provato a approfondire i casi dei Comuni sanzionati, evidenziano le situazioni in cui, in realtà, la sanzione ci è sembrata immeritata. Lo abbiamo fatto, ad esempio, con il Comune di Messina, sanzionato nel decreto del 20 aprile e “scagionato” anche dalla Regione 7 giorni dopo con un decreto di correzioni.

Infine, qui abbiamo ricostruito per categorie i casi in cui i Comuni, per non sanzionati, non sembrano avere tutte le “carte in regola”.

Analizzare i documenti ufficiali, diffondendo poi i risultati di queste analisi analisi, è uno dei modi con cui “Spendiamoli Insieme” contribuisce a creare un dibattito pubblico maturo e informato sul tema dell’attuazione della legge regionale sulla democrazia partecipata in Sicilia.

Iria Cogliani

Analisi aggiornata ai dati disponibili al 4 maggio 2023

Milazzo dall’alto, foto di Marco Crupi, via Flickr