TERRITORI PILOTA – Partecipazione civica, ecco cosa accade attorno ad Agrigento

TERRITORI PILOTA – Partecipazione civica, ecco cosa accade attorno ad Agrigento

Sono 12 i Comuni confinanti con Agrigento, per due terzi al di sotto dei 10 mila abitanti. E il più lontano dista dalla “capitale” appena 22 km. I numeri però – che siano degli abitanti o dei fondi messi a disposizione – non sono tutto quando si parla di democrazia partecipata. Anzi, sono proprio l’elemento meno importante. E spieghiamo perché.

La “peggiore” è infatti anche la città più grande, Favara, 32 mila abitanti. Qui tutto tace in tema di democrazia partecipata dal 2016, causa dissesto finanziario del Comune. All’epoca i fondi disponibili erano 27 mila euro, scesi a zero negli anni successivi e risaliti a 2 mila nel 2020.

Palma di Montechiaro (21 mila abitanti) registra una battuta d’arresto nel 2022, anno in cui non sembra che sia mai stato attivato il processo di democrazia partecipata. Nei due anni precedenti la città si era data da fare. Con circa 14 mila euro a disposizione, però, il Comune aveva scelto di non far votare i cittadini. Il motivo? Il “passaggio” dal cosiddetto tavolo tecnico di cui fanno parte, oltre ai dirigenti, anche sindaco e vicesindaco e/o altri assessori. Il tavolo nel 2020 ha decimato letteralmente le proposte: dei 21 progetti presentati, 7 sono stati giudicati meritevoli di accoglimento e, dato che il costo di realizzazione complessivo non superava il budget disponibile, la votazione è risultata superflua. Nel 2021 invece sono state accolte tutte le proposte presentate, che però erano in totale 6, riducendo per 3 di esse l’importo. Così facendo, ancora una volta, è saltata la “necessità” della votazione. Eppure, se si torna indietro al 2019, anno per il quale di recente la Regione ha distribuito i “bonus” tra i Comuni “virtuosi”, si scopre che la città è rientrata nella lista dei “buoni” e ha conquistato 7.782 euro.

Di Porto Empedocle, con i suoi 16 mila abitanti e i suoi 10 mila euro annui, si parla dettagliatamente qui. Basti dire che, a un anno esatto dalla pubblicazione dell’avviso, proprio in questi giorni sono in corso le votazioni per scegliere tra i quattro progetti ammessi al processo di democrazia partecipata 2022 quelli da realizzare in proporzione ai voti ottenuti. Brevissimi i tempi di voto, appena cinque giorni: c’è tempo dal 17 al 21 aprile 2023, entro mezzogiorno.

Né è rosea la situazione di Raffadali, che conta 12485 residenti e fondi che viaggiano tra gli 8 mila e i 9 mila e rotti. Per dirne una, tutto il processo l’anno scorso si è svolto a dicembre. E a scegliere è stata la Giunta, non il voto popolare, come da Regolamento del 2018. Eppure, le indicazioni di legge prevedono che a “esprimere preferenza” debba essere la popolazione. Nonostante questo, però, anche Raffadali ha beccato il “bonus” della Regione (5.084 euro).

Nessuna notizia negli ultimi due anni in tema di democrazia partecipata per i centri della fascia 5/10 mila abitanti. Ad Aragona, fondi annuali attorno ai 12 mila euro, l’ultima notizia rintracciata riguarda il 2020 quando, da rassegna stampa e post Facebook del Sindaco, risulta che i fondi sono stati destinati all’acquisto di 50 banchi monoposto e 50 sedie. A seguire non si trova nulla: né un avviso né un esito né tantomeno il pur obbligatorio regolamento, che risulta tuttora non adottato.

Più o meno lo stesso accade a Naro, fondi annuali per circa 7 mila euro.  Anche qui le ultime informazioni trovate risalgono al 2020, anno in cui è stato varato il regolamento ed è stato pubblicato un avviso, i cui esiti non sono noti. Nient’altro.

Tra i piccoli centri, a Joppolo Giancaxio (1139 abitanti e fondi tra i 4 e i 5 mila euro annui) nell’ultimo triennio l’amministrazione ha scelto di dare un indirizzo ben preciso ai fondi della democrazia partecipata, scegliendo una sola area tematica tra quelle in cui i cittadini possono presentare progetti, sempre attinente alla riqualificazione di una zona della cittadina attraverso arredi urbani (e privilegiando la street art). Peccato che le proposte siano in costante diminuzione. Erano tre nel 2020, poi sono diventate due nel 2021, e infine l’anno scorso ne è stata presentata una sola: la realizzazione di un murales, appena terminato dall’artista Luis Gomez. Eppure nel 2020 a esprimere la propria preferenza furono 240 cittadini, più di un quinto dell’intera popolazione. E quest’anno? Per ora nessuna notizia.

Sant’Angelo Muxaro ha 1217 abitanti, più o meno quanto Joppolo Giancaxio, E per la democrazia partecipata ha a disposizione fondi di poco superiori, tra i 6 e i 7 mila euro, ai quali però ogni anno il Comune aggiunge qualcosa (attestandosi attorno a un totale di 9 mila euro). Fino a dove arrivano le verifiche della Regione, inoltre, il Comune sembra aver sempre fatto la propria parte. E c’è anche il Regolamento, anche se datato 2017, antecedente dunque alle importanti novità introdotte dalla Regione nel 2018. Ma anche qui nell’ultimo triennio sono calati votanti (in tre anni si è passati dal 33% al 27% della popolazione) e proposte (cinque nel 2020, tre nel 2021, due nel 2022).

In ogni caso Joppolo Giancaxio e Sant’Angelo Muxaro sono state entrambe inserite dalla Regione tra i virtuosi 2019 in democrazia partecipata, ricevendo “bonus” rispettivamente per 2.677 euro e per 4.941 euro.

Sempre per rimanere tra i piccoli centri, Montallegro, 2454 abitanti, ha restituito alla Regione ogni anno i suoi 10/11 mila euro. L’anno scorso però la svolta. Con un Regolamento anch’esso datato (2017), il Comune ha pubblicato l’avviso e le quattro proposte ricevute, ha indetto le votazioni e ha assegnato ai due progetti più votati un finanziamento integrale e uno parziale, per un fondo di oltre 13 mila euro. I votanti sono stati 442, pari al 18% della popolazione. Niente male se si pensa che il processo non veniva attivato dal 2017 o giù di lì. Resta da vedere cosa succederà quest’anno.

Anche a Cattolica Eraclea (3473 abitanti), tra i virtuosi della partecipazione 2019 (bonus da 8.860 euro), la democrazia partecipata si attua e si comunica. E infatti sul sito del Comune si trovano avvisi ed esiti anno dopo anno. Il piccolo centro non solo ha speso ogni anno i propri fondi (in media 13 mila euro), ma li ha sempre aumentati facendo ricorso alle casse comunali, fino ad arrivare a 16/17 mila euro, e non ha mai dovuto restituire un soldo alla Regione. Il problema in questo caso è soprattutto il Regolamento, varato addirittura nel 2015. Ma non solo. Il Comune – vedi avviso del 2022 – stabilisce a priori la destinazione delle somme, scegliendo tra aree tematiche molto definite: il Natale, arredo urbano, banco alimentare, biblioteca comunale e cultura… Un indirizzo, ancora una volta, forse troppo dettagliato per poter promuovere vera consapevolezza di bisogni e desiderata nei cittadini. Non sarà un caso che a Cattolica Eraclea, all’ultima assemblea per scegliere il progetto vincitore, hanno partecipato in 36. L’1% della popolazione.

E andiamo a Realmonte, 4410 abitanti, circa 16 mila euro annui. Il Regolamento sulla partecipazione della cittadina (datato 2017) prevede, in contrasto con la normativa, che i cittadini non possano proporre idee e progetti ma esclusivamente scegliere tra le azioni individuate dal Comune, anche se nel 2022 l’avviso pubblico ha introdotto un parziale correttivo. Su Realmonte maggiori dettagli qui.

Per finire, ecco Siculiana, 4254 abitanti, fondi annui per circa 23 mila euro e un “bonus” relativo al 2019 di 13.125 euro. Siculiana è probabilmente la migliore delle 12 città considerate. Per l’anno scorso i ricercatori di Spendiamoli Insieme hanno trovato solo l’avviso quindi non si può verificare come sia andato il processo, ma fino al 2021 la cittadina ha speso praticamente ogni anno i propri fondi. Il Regolamento, datato 2019, prevede sia che i cittadini presentino proposte sia che i cittadini votino la o le proposte che preferiscono. Ma ecco l’inghippo. Di fatto a Siculiana non si vota dal 2019. Nel 2020 e nel 2021 infatti le proposte ammesse – anche grazie ad una riduzione degli importi – hanno trovato tutte copertura finanziaria e sono state dichiarate immediatamente eseguibili. Può capitare, naturalmente, ma non dovrebbe diventare prassi, perché il momento della votazione è un momento della partecipazione, tra presentazione dei progetti, dichiarazioni dei cittadini o delle associazioni proponenti, espressione della preferenza. D’altronde nel 2019 a Siculiana a votare furono 659 cittadini, il 15% della popolazione, tutt’altro che poco.

 

Iria Cogliani

Scala dei Turchi, foto di Tiberio Frascari, via Wikimedia Commons

Le informazioni contenute in questo pezzo sono costruite sui dati disponibili su “Spendiamoli Insieme” al 17 aprile 2023.