Minorenni al voto in 170 Comuni

Minorenni al voto in 170 Comuni

Stanno dalla parte dei giovani 170 dei 391 Comuni siciliani. Sono 170 infatti gli enti locali che leggendo il principio di partecipazione come elemento di innovazione sociale e culturale hanno scelto – in regolamento, in avviso o in entrambi i documenti – di aprire anche ai minorenni i processi di democrazia partecipata. In pratica si tratta quasi un Comune su due, esattamente il 43% del totale.

I 170 Comuni – che comprendono anche le cinque “capitali” Agrigento, Caltanissetta, Ragusa, Siracusa e Trapani – sono così suddivisi: 23 nell’area dell’Agrigentino, 17 nel Nisseno, 26 nel Catanese, 8 nell’Ennese, 27 nel Messinese, 35 nel Palermitano, 6 nel Ragusano, 16 nel Siracusano, 12 nel Trapanese. In questi territori, per i sedicenni, diciassettenni e – talvolta – perfino quindicenni l’esperienza più unica che rara è quella di poter votare per una volta a pari merito con gli adulti e in grande anticipo rispetto alle elezioni “normali”. Una vera e propria lezione di civismo.

In giro per la Sicilia tra casi vecchi e nuovi

La “questione minori” non è peraltro di quelle che possono essere abbandonate tra le righe delle burocrazie e, qui e là, assurge a elemento di animazione, in positivo e in negativo, di procedure, dibattiti, decisioni.
Ecco qualche esempio, rintracciato andando su e giù nel tempo e nello spazio. Per esempio, di Favara (Libero Consorzio di Agrigento) non si hanno notizie dal 2016. Ma quell’anno l’attenzione per i più giovani è stata intensa. Nell’assemblea cittadina chiamata a scegliere tra i progetti presentati, infatti, vengono invitati in particolare gli studenti delle scuole medie inferiori della cittadina perché possano presentare una propria proposta, la quale entra di diritto nella procedura.

A Capizzi (Area Metropolitana di Messina) le cose vanno avanti tra alti e bassi ma nel 2017 viene fatta una sperimentazione particolare, a riprova che operare nel solco della democrazia partecipata suggerisce innovazioni e idee. Quell’anno il Comune insediò il Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze e scelse di riservare a questa “mini aula” una cura speciale. I Ragazzi e le Ragazze ebbero modo infatti di presentare una propria proposta cui il Comune destinò il 20% dei fondi della democrazia partecipata. E mentre gli adulti propendevano per interventi sulle strade, i più giovani vollero la realizzazione di una targa commemorativa in onore di tutti i caduti per mano della mafia e interventi di manutenzione dell’arredo del Parco Robinson adiacente alla Scuola Primaria.

A Castelbuono (Area Metropolitana di Palermo) nel 2021 nel documento che conclude il processo di democrazia partecipata si legge tra l’altro che «per costruire una comunità sostenibile è importante condividere con le giovani generazioni una visione del futuro, al fine di diffondere i temi della sostenibilità attraverso la costruzione di un immaginario comune da costruire insieme». Il risultato è che i fondi vengono impegnati per la proposta della Consulta Giovanile della cittadina intitolata “Pensare globale, agire locale, pratiche di democrazia e budget partecipativo” (acquisto di materiale promo pubblicitario e giochi educativi destinati ai piccoli per poter avviare il progetto di sensibilizzazione incentrato sul rispetto dell’ambiente che coinvolga i giovani e l’intera comunità).

E se a Limina (Area Metropolitana di Messina) i cittadini dai 16 anni in su sono ammessi alla partecipazione grazie al regolamento sulla democrazia partecipata appena approvato (il 21 luglio), a Montallegro (Libero Consorzio di Caltanissetta) dopo anni senza notizie, quest’anno si avvia e completa il processo (esito del 3 giugno) e – come previsto nel regolamento – partecipano «tutte le persone fisiche residenti nel territorio comunale e che abbiano compiuto il quindicesimo anno di età».

Infine, a San Biagio Platani (Libero Consorzio di Agrigento) il 2022 ha portato l’adozione di un nuovo regolamento per la democrazia partecipata che ha sostituito quello del 2018. E tra le differenze più significative c’è quella che riguarda il “diritto di partecipazione” che nella prima versione era in capo ai maggiorenni e da quest’anno è invece prerogativa di “tutti i cittadini residenti nel territorio comunale che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età”.

Quelli che lo dicono e non lo fanno (e viceversa)

Sulla partecipazione dei minorenni, però, ci sono anche Comuni che non si sono messi d’accordo nemmeno con sé stessi.
Per esempio, questa estate è tempo del “Simposio internazionale di scultura contemporanea” che ha “conquistato” i 60 mila euro della democrazia partecipata dell’anno scorso a Gela (Libero Consorzio di Caltanissetta). L’idea era stata presentata da Paola Incardona, cittadina gelese e studentessa universitaria a Tor Vergata. E che la proposta di una giovane, anche se maggiorenne, abbia catturato l’attenzione dei cittadini chiamati a votare è un bel contro-assist per il Comune. Per un motivo semplice semplice: il regolamento per la democrazia partecipata di Gela, adottato nel lontano 2017, prevede che ad essere coinvolti nel processo siano, oltre ad associazioni, ditte e organismi di rappresentanza collettiva, «tutte le persone fisiche residenti nel territorio comunale e che abbiano compiuto il sedicesimo anno di età». Negli avvisi – anche nel 2021 – si legge invece che le proposte possono essere presentate dai residenti «che abbiano compiuto il 18° anno d’età» e che alla successiva votazione possono partecipare «tutti i cittadini maggiorenni, compresi gli stranieri residenti». Nulla quaestio. È una scelta. Ma la scelta dovrebbe essere presa con coerenza. Regolamento e avviso non dovrebbero essere in contraddizione. Anche perché, se venisse in mente a qualcuno di contestare la procedura, come ci si potrebbe regolare?

Né Gela è l’unico caso. Succede altrettanto a Giardini Naxos (Area metropolitana di Messina). Anche qui il regolamento è del 2017, anche qui si prevede la partecipazione dei cittadini dai 16 anni in su, anche qui, negli avvisi, si “apre” solo ai maggiorenni. Stessa contraddizione a Brolo, Malfa e Santa Teresa di Riva (ancora nel Messinese), ad Aci Bonaccorsi (Area metropolitana di Catania), a Sciara e a Campofelice di Roccella (Area metropolitana di Palermo). Idem in passato a Raccuja (sempre nel Messinese) dove però l’anno scorso c’è stata la svolta e l’avviso ha consentito la partecipazione, come previsto dal regolamento, anche ai minorenni dai 16 anni in su.

E sempre di contraddizioni si tratta, ma esattamente al contrario, a Militello Rosmarino (Area metropolitana di Messina) e Sutera (nel Nisseno). In questi casi i regolamenti (datati entrambi 2019) consentono la partecipazione dei soli maggiorenni e gli avvisi, invece, la consentono anche ai sedicenni e diciassettenni. Neanche a dirlo, vale pure qui la stessa considerazione: la scelta, quale che sia, dovrebbe essere rispettata e risultare la stessa sia nel regolamento sia nell’avviso.

Iria Cogliani

Castelbuono, foto di Matthias Süßen – CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons

Le informazioni contenute in questo pezzo sono costruite sui dati disponibili su “Spendiamoli Insieme” al 15 agosto 2022