“Intrecci d’arte” a Linguaglossa

“Intrecci d’arte” a Linguaglossa

Il viaggiatore che, tornando da una passeggiata sull’Etna, decida di inoltrarsi tra i vicoli di Linguaglossa rimarrà sorpreso di trovarsi di fronte a un tripudio di colori, murales che formano un vero e proprio museo a cielo aperto, con tanto di targhe e spiegazioni, in italiano e in inglese.
Si tratta del progetto IntrArt – Intrecci d’arte nato nel 2016 grazie ai fondi della democrazia partecipata e proposto dall’associazione Cultura Aetnae.
“Eravamo 5 giovani temerari che, finiti gli studi universitari fuori dalla Sicilia, tornavano a Linguaglossa, desiderosi di spendere le nostre competenze, mettendole a servizio della comunità”, racconta Marianna Puglisi, referente del progetto. L’occasione per dare inizio alla loro avventura si presenta nel 2016, con il bando della democrazia partecipata. “Era il primo anno in cui il Comune prendeva parte all’iniziativa. Nessuno sapeva come muoversi, nessuno sapeva di cosa si trattava e che bisognava andare a votare. Per questo abbiamo lanciato una campagna social in cui spiegavamo che cos’era la democrazia partecipata, quali erano i 4 progetti che il Comune aveva deciso di proporre alla consultazione popolare, come e quando votare”.
Il progetto IntrArt, che prevede la rivalorizzazione turistica e culturale dei murales realizzati a Linguaglossa negli anni 90, risulta vincitore con 85 voti su 259, aggiudicandosi gli 8.936,03 euro messi a disposizione per quell’anno. Solo una parte del finanziamento è consegnata in anticipo, il resto a conclusione del progetto. I ragazzi di Cultura Aetnae non si perdono d’animo e lanciano una campagna di crowdfunding, per poter anticipare i fondi necessari alla realizzazione del progetto. 
Si tratta di un lavoro sistemico che comprende non solo il restauro dei murales, ma la creazione di un percorso artistico e di un archivio on line. Ogni opera è dotata di una targa con un codice QR, che rimanda a una scheda dedicata che ne contiene tutti i dettagli: titolo e significato dell’opera, nome dell’artista, foto e video della realizzazione. L’associazione organizza tour, che intrecciano i murales con le bellezze architettoniche del paese, e realizza delle cartine per permettere di usufruirne anche in maniera autonoma.
Il 4 aprile 2017 il percorso viene inaugurato. Ai vecchi murales, opera di artisti come Salvatore Caramagno, Franco Mora, Carmen Crisafulli, Francesco Scilafa, Benedetto Poma e Poki, se ne affianca uno nuovo dal titolo “People make the difference”, che ricorda che IntrArt non sarebbe stato possibile senza l’appoggio della comunità, attraverso gli strumenti della democrazia partecipata e del crowdfunding.
Il processo a cascata di partecipazione popolare non si ferma qui. Si tratta di un progetto trasversale, che unisce le vecchie e nuove generazioni. A maggio 2017 gli alunni della Scuola Primaria “Pietro Scuderi” vincono il Primo Premio al Concorso Nazionale “Ora tocca a noi!” per il murale “Lo scriverò… nel vento”. I cittadini più anziani, i cui ricordi sono legati ai murales più antichi, si sentono coinvolti e non mancano di segnalare all’associazione errori del funzionamento di un codice QR o murales che hanno bisogno di ristrutturazione.
Il percorso è sempre vivo e in continua evoluzione. Ogni anno si realizzano nuovi murales in collaborazione con il Comune, grazie a donazioni private e artisti che offrono la loro opera. A volte le ristrutturazioni delle facciate portano all’immancabile perdita di alcune opere, Cultura Aetnae ne conserva la memoria, apponendo una targa e raccontando la loro storia. L’associazione organizza festival, eventi e tour; i soci sono già più di 20 e si cerca di coinvolgere i giovani dei paesi limitrofi per dare vita a nuove iniziative di rivalorizzazione della propria terra.
Nonostante siano passati quasi 5 anni, il ricordo di come tutto ebbe inizio non è affatto svanito. “La democrazia partecipata per noi è stato il motore di tutto, l’inizio dell’avventura e il modo per far capire che l’attività che portavamo avanti non era un progetto solo nostro, ma una proposta che poggiava su un’esigenza reale della comunità. Un progetto che se un domani l’associazione dovesse venire a mancare, è comunque pronto a camminare con le sue gambe, perché appartiene alla collettività”.